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LE PRIME 16 PROPOSTE DI SOSESI


1) RIDARE DIGNITA' ALLA POLITICA

Ridurre a un terzo i costi della politica con l'abolizione integrale del finanziamento pubblico. Introdurre il limite del doppio mandato elettivo per i parlamentari e per tutte le assemblee elettive. La modifica accelererebbe il ricambio della classe dirigente del Paese. Limitare i privilegi del Parlamentare ed in ogni caso eliminarli al termine del suo mandato. Stabilire un generale sistema di incompatibilità fra esercizio di funzioni politiche e l’esercizio di attività imprenditoriali e professionali. Il tutto favorirebbe un esercizio indipendente delle funzioni da parte dell’eletto durante lo svolgimento del mandato.



2) RIFORMARE LE ISTITUZIONI

Prevedere l’elezione popolare – a doppio turno – del Presidente della Repubblica. Ridurre a metà il numero dei parlamentari e prevedere un sistema elettorale a doppio turno sul modello di quello già esistente per le elezioni comunali. Tale sistema dovrebbe consentire di votare al primo turno per il partito più vicino al proprio ideale e favorirebbe poi l’aggregazione dei partiti alla seconda votazione. Diversificare le funzioni delle due Camere: il Senato della Repubblica dovrebbe diventare Camera delle Regioni. In tal modo le due camere elettive svolgerebbero compiti differenti e finirebbe l'attuale processo di doppia lettura per l'approvazione dei provvedimenti legislativi.



3) L'EUROPA MOTORE DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Occorre che le istituzioni europee promuovano non soltanto la lotta all’inflazione ma soprattutto lo sviluppo economico attraverso un piano di investimenti pubblici in infrastrutture e finanzino la nascita e lo sviluppo di imprese agricole, industriali, energetiche, tecnologiche di nuova creazione, con particolare impegno a favore dell’occupazione giovanile. Approfittando dell’enorme liquidità immessa negli ultimi anni nel Sistema Monetario Internazionale dalle Banche Centrali di U.S.A. (per 85 MD$ mese) e Giappone (45 MD$ mese), la U.E. deve raccoglie le risorse finanziarie per alimentare il piano pluriennale di investimenti attraverso: 1- l’emissione di Eurobonds. 2- l’emissione di obbligazioni tramite la B.E.I (Banca Europea degli investimenti). 3- l’emissione di obbligazioni tramite il F.E.I. (Fondo Europeo degli Investimenti).



4) L'EURO: RIPARARE, NON ROMPERE

Riformare l'euro con un nuovo Trattato intergovernativo che si ponga l'obbiettivo di fare crescere l'occupazione e la ricchezza del continente. La riformulazione del funzionamento dell’Euro deve essere pregiudizialmente accompagnata dalla creazione di una agenzia di “Rating” Europea. Tale istituzione è indispensabile per neutralizzare le conseguenze speculative sui debiti sovrani e sui listini borsistici europei che - spesso - scaturiscono dalle valutazioni delle tre agenzie di “Rating” di matrice americana e anglosassone. Modificare lo statuto della B.C.E. (Banca Centrale Europea) con l'attribuzione di nuove funzioni di: 1- garante di ultima istanza del sistema bancario privato; 2- acquirente dei titoli di Stato emessi dai paesi dell'Eurozona; 3- regolatore di liquidità del sistema monetario dell'Euroarea, in modo da poter immettere nuove risorse finanziarie nel circuito economico quando necessario. Rinegoziare il trattato sul “Fiscal Compact”, che obbliga a ridimensionare entro 20 anni il rapporto Debito pubblico/Pil entro il parametro del 60%. Con un nuovo patto europeo sull’euro cadrebbero tutte le attuali tensioni sulla moneta e sui debiti sovrani e si ridarebbe slancio all’economia del continente.


5) LA RIVOLUZIONE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA PER VALORIZZARE IL CAPITALE UMANO. LA FORTE INTEGRAZIONE SCUOLA - LAVORO

Introdurre l'obbligatorietà dell’insegnamento informatico nella scuola elementare assieme alla lingua inglese. Ciò porrebbe le basi per integrare e fondere sistemi educativi tradizionali con quelli a tecnologia evoluta, nei quali il computer diventa il Tutor personalizzato al servizio dello studente. Prevedere l’obbligo per gli istituti di istruzione superiore e le università di stipulare convenzioni con le associazioni dei produttori per completare i percorsi educativi e formativi degli studenti sui luoghi di lavoro. Inserire a partire dalla scuola primaria e fino al termine dell’istruzione superiore la materia NAEMI (Natura – Ambiente – Ecologia – Made in Italy) per un’ora alla settimana e sempre per un’ora alla settimana quella di educazione civica e di turismo. Si realizzerebbe così una strutturale integrazione di cultura civica e scuola-lavoro.



6) LA PROMOZIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA /

Stabilire che il C.N.R (Consiglio Nazionale delle Ricerche), adeguatamente riformato, definisca il Piano nazionale pluriennale per lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi, raccordandolo ai programmi europei di sviluppo tecnologico. Prevedere che il Comitato Interministeriale della ricerca scientifica e tecnologica - che fonde le competenze e le professionalità di tutti i dicasteri tecnici ed economici -traduca il Piano in investimenti operativi, riservando due terzi dei fondi disponibili al settore privato delle P.M.I. In tal modo verrebbe razionalizzato il sistema pubblico di ricerca, che sarebbe così orientato alla collaborazione con le imprese private (soprattutto P.M.I.) per le fasi di sperimentazione e di applicazione dei risultati. Detassare totalmente gli investimenti finalizzati ad ottenere brevetti ed innovazioni applicabili alle diverse fasi dei processi produttivi. L’Italia sta ratificando le norme europee che impiantano nella U.E. (a 28 componenti) il regime brevettuale unitario e il sistema di giurisdizione unificata che deve garantirlo. È vitale e strategico che il nostro paese ottenga l’assegnazione in Italia di una divisione nazionale della Corte Centrale che dirime le controversie brevettuali in sede giurisdizionale europea. La sede decentrata italiana si affiancherebbe, legittimamente, a Parigi, Monaco, e Londra che sono già state individuate come Corti periferiche.



7) L'AMBIENTE E LA PRESERVAZIONE DELLA NATURA

Investire nella valorizzazione della natura e nel risanamento ambientale. Riqualificare il patrimonio immobiliare pubblico e privato, realizzando un piano di ammodernamento tecnologico degli abitati urbani. Si darebbe così un grande impulso all’edilizia che è uno dei motori dello sviluppo economico. Redigere un nuovo codice dell’urbanistica che disciplini i principi fondamentali del governo del territorio, ispirandosi al criterio del minor consumo del suolo ed escludendolo allorché sussistano possibilità alternative di riutilizzo e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. Avviare la bonifica integrale dei 57 siti di interesse nazionale, già individuati come inquinati, attraverso lo strumento della partnership pubblico-privata (P.P.P) In tal modo si renderebbero disponibili per il sistema produttivo le aree riqualificate. Assicurarsi che le Regioni si dotino del già previsto Piano dei rifiuti e che prevedano il recupero e la valorizzazione di tutti i componenti dei rifiuti stessi, utilizzando il concorso determinante di finanziamenti europei, per raggiungere, in tempi rapidi, l’autosufficienza dello smaltimento degli RSU e degli RSI. In tal modo, si azzererebbero le sanzioni europee legate al mancato raggiungimento degli obbiettivi di smaltimento e si annullerebbero i circa 5 MD di € di pagamenti, che annualmente vengono effettuati a favore di Paesi dell'U.E. che provvedono allo smaltimento dei rifiuti italiani traendone beneficio. La tutela idrogeologica delle aree montane può essere ripristinata da incentivi e defiscalizzazioni delle attività agricole, zootecniche, artigianali, turistiche e di valorizzazione delle risorse forestali che giustificano e premiano il ripopolamento nei territori più isolati e disagiati.



8) LA POLITICA ENERGETICA

Implementare e valorizzare le risorse del sottosuolo italiano dando nuove concessioni allo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi già individuati. Destinare gli introiti addizionali per la finanza pubblica generati dalle nuove concessioni alla valorizzazione delle energie alternative e rinnovabili, per le quali è indispensabile riordinare le tariffe di incentivazione. Defiscalizzare al 100%, con il meccanismo del credito di imposta, tutti gli investimenti privati mirati a realizzare l'autoproduzione di energia e destinati sia alla produzione che alla residenza. Promuovere, con l’autorizzazione ed il contributo delle Regioni, la valorizzazione delle energie rinnovabili e alternative: idreoelettrica, fotovoltaica, geotermica, maree, biogas, eolica in-shore ed off-shore e delle nuove opportunità prodotte dall’innovazione tecnologica. Si realizzerebbe in tal modo l’obiettivo di alzare il livello dell'autosufficienza energetica nazionale, dall’attuale 5% al 25%, con un risparmio di circa 10 MD di € nelle importazioni di energia.



9) LA VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA MANIFATTURIERO E AGRO-INDUSTRIALE

Rifinanziare il Fondo Centrale di Garanzia e la rete dei Confidi (per valori annui non inferiori a 3 MD di €). Si costituirebbe, in tal modo, una leva finanziaria non inferiore a 30 MD di € all’anno, indispensabile per rivitalizzare investimenti produttivi e nuovi flussi di esportazioni. Sostenere lo sviluppo dei sistemi di rete nei distretti industriali e agricoli. Promuovere il made in Italy e contrastare la contraffazione con gli stessi strumenti usati per combattere l'evasione fiscale. Riordinare gli incentivi pubblici attualmente erogati a favore della politica industriale del Sistema Paese, riservando il 75% delle somme disponibili al sistema delle P.M.I. Detassare gli utili di impresa reinvestiti in impianti, macchinari e attrezzature aziendali, nei limiti del 50% del valore dell'investimento complessivo. Attraverso una propria società finanziaria, la Cassa Depositi e Prestiti organizza e finanzia la partecipazione delle imprese – nei due anni sucessivi alla loro nuova costituzione – alle fiere internazionali di settore in Italia, accollandosi fino al 50% delle spese generali sostenute (affitto, allestimento stand, pernottamento). Si dovrebbe così incentivare il Made in Italy.



10) LA PROMOZIONE E IL RILANCIO DELLE ESPORTAZIONI

Diminuire i contributi sociali sul costo del lavoro e abbattere progressivamente l'IRAP. Incrementare la specializzazione di I.C.E. (Istituto Commercio Estero) e S.I.M.E.S.T. (Società Italiana per le Imprese all’Estero) e finanziarne i programmi promozionali, attuando sistemi retributivi premianti per i loro dirigenti basati sugli aumenti dell’Export ottenuto. Prevedere che I.C.E. e S.I.M.E.S.T. collaborino alla predisposizione delle soluzioni finanziarie offerte all’importatore per integrare e completare l’offerta commerciale, in sinergia con le filiali all’estero delle banche multinazionali italiane. Prevedere che la Cassa Depositi e Prestiti – che è la nuova proprietaria di I.C.E. e S.I.M.E.S.T.- raccolga i fondi finanziari di investitori istituzionali, sia italiani che esteri, e poi li impieghi come capitale di rischio nelle PMI esportatrici, congiuntamente all'impegno di crescenti risorse proprie. Attivare un progetto nazionale di promozione internazionale extra U.E. del know-how, dei prodotti e dei macchinari italiani. Il progetto prevede di portare, fino a 4 volte all’anno, per 5 anni, 50.000 PMI disponibili agli incontri di promozione (work-shop) organizzati in paesi extra U.E. SIMEST, in partnership con ALITALIA, copre il 100% dei costi di viaggio, pernottamento e logistica in loco.



11) IL PIANO PLURIENNALE DI INVESTIMENTI NELL'INNOVAZIONE DELLE RETI E DELLE TECNOLOGIE INFORMATICHE E NEL CAPITALE UMANO

Implementare il sistema di reti di banda larga e di strumenti di I.C.T. (Information Communication Technology). Approvare un Piano nazionale di realizzazione di nuovi investimenti, che indirizzi lo sviluppo della banda larga e della trasmissione via cavo coassiale verso una decisa intensificazione e diffusione sul territorio nazionale. Colmare le lacune ora presenti da un trasmettitore all’altro per la telefonia e quelle nelle gallerie per le radio. Chiedere un impegno agli educatori e agli utilizzatori di queste tecnologie innovative per trasmettere le loro conoscenze, anche attraverso il sistema scolastico, ai nuovi fruitori di questi strumenti. Gli ingenti investimenti in tale settore dovrebbero far crescere il Sistema Italia, perché riducono direttamente i costi di trasmissione delle informazioni e migliorano l’operatività e l’efficienza della catena di creazione del valore economico.



12) IL PIANO DECENNALE DI GRANDI INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

Realizzare le grandi opere di logistica intermodale, imperniate sullo sviluppo e sull'ammodernamento della rete ferroviaria, della rete autostradale e delle infrastrutture nazionali di comunicazione marittima e aeroportuale, con il cofinanziamento dell'U.E. ed attraverso il veicolo della partnership pubblico-privata (P.P.P.) Avviare immediatamente, con il cofinanziamento dell'U.E., la costruzione delle grandi reti ferroviarie di comunicazione transfrontaliera che riguardano il nostro Paese, cioè il Corridoio Cinque (tra Lisbona e Kiev, che attraversa l'intera Pianura Padana) ed il nuovo collegamento ferroviario veloce tra la Manica ed il Mar Ligure, che ricomprende e sfocia nel Terzo Valico su rotaia dell’Appennino ligure e piemontese.. Ammodernare e implementare la rete autostradale e ferroviaria dei collegamenti con la Calabria e la Sicilia. Creare un anello autostradale e un anello ferroviario ad Alta velocità in Sicilia ed ammodernare l’asse ferroviario Cagliari-Sassari. Completare l’Alta velocità sull’asse ferroviario Adriatico. Tali realizzazioni rappresenterebbero investimenti fondamentali per migliorare l'efficienza di una rete di collegamento vitale per le esigenze economiche del sistema produttivo, ma particolarmente attenta al miglioramento dell'attrattività turistica delle città d'arte, del patrimonio paesaggistico e del nostro Mezzogiorno.



13) LO STIMOLO AGLI INVESTIMENTI ESTERI

Prevedere la radicale semplificazione delle autorizzazioni amministrative ed inasprire i controlli successivi della Pubblica Amministrazione sul rispetto delle regole. Creare condizioni di “dumping” fiscale nelle aree a bassa industrializzazione e sottosviluppo a favore di nuovi investimenti produttivi. Liberalizzare la contrattazione aziendale in alternativa a quella nazionale. Attraverso le gare di privatizzazione dei servizi pubblici locali (ad eccezione dell’acqua) si può favorire lo sviluppo degli investimenti esteri. Queste nuove condizioni dovrebbero incentivare l'ingresso o il ritorno nel sistema produttivo italiano dei gruppi multinazionali.



14) LO SVILUPPO TURISTICO IMPERNIATO SULLA PROMOZIONE DEL PATRIMONIO PAESAGGISTICO, ARTISTICO E ARCHITETTONICO

Sviluppare la cultura dell'accoglienza, partendo dal concetto che turismo e patrimonio culturale sono due facce di un'unica medaglia, orientando esplicitamente l'offerta turistica italiana verso la fruizione delle ricchezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche. Valorizzare - attraverso incentivi e defiscalizzazione al 100% degli investimenti - la rete ricettiva di secondo livello (B&B, agriturismo, ostelli della gioventù, alberghi a gestione automatica, ristorazione a tema regionale), che deve procedere di pari passo con l'arricchimento dei servizi logistici offerti al turismo nelle grandi e medie città d'arte. Detassare l'investimento privato nel patrimonio culturale pubblico (musei, beni artistici, biblioteche) ed associare soggetti privati e fondazioni bancarie nella gestione manageriale delle strutture espositive e delle reti che le collegano. Utilizzare come veicolo la partnership pubblico-privata (P.P.P.) Si valorizzerebbe così uno dei principali settori di sviluppo del nostro Paese.



15)L'IMMIGRAZIONE E L'INTEGRAZIONE

Adottare una politica dell'immigrazione imperniata sulle quote di ingresso generate dalle richieste di specializzazione del mercato del lavoro e delle sue dinamiche. Se l’integrazione nel mondo del lavoro regolare diviene la strategia decisiva per assimilare i flussi di immigrati, una parallela politica di integrazione sociale deve essere promossa dai Comuni per garantire all’immigrato residenze dignitose, educazione soddisfacente, partecipazione civile e progresso culturale e professionale. La lotta alla clandestinità deve essere rigorosa e concertata con l’U.E. Attivando i programmi già elaborati e disponibili SACRA (Sviluppo Agricolo Con Recupero Ambientale) e SICRA (Sviluppo Industriale Con Recupero Ambientale), attraverso aiuti e finanziamenti internazionali, si avvia una seria politica di integrazione e lavoro nel paese di origine dello straniero espulso dall’Italia per clandestinità o per ragioni legali. I programmi citati possono essere sviluppati coinvolgendo le strutture e le comunità religiose e laiche (ONG) che operano nei territori interessati.



16) IL RISANAMENTO STRUTTURALE DEI CENTRI STORICI E DEI CENTRI URBANI. LA LORO RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA E L’AZZERAMENTO DELL’INQUINAMENTO URBANO

Orientare i progetti di riqualificazione urbanistica dei centri urbani verso il risparmio energetico ed il risanamento strutturale degli edifici, utilizzando: 1- la detassazione integrale degli investimenti nel settore privato; 2- i finanziamenti europei contenuti nei P.I.S.U. (Programmi Integrati di Sviluppo Urbano) per la realizzazione degli investimenti pubblici dei Comuni. Gli stessi investimenti pubblici finalizzati alla riqualificazione urbanistica dovrebbero essere rifinanziati dalle risorse che scaturiscono dal risparmio energetico (come ad esempio l’ottimizzazione dei consumi e la trasformazione a led dell’illuminazione pubblica). Si creerebbe così un ulteriore sviluppo sia del settore dell’edilizia che di quello energetico, riqualificando e valorizzando i centri urbani, quelli storici e le aree montane a minor densità di popolazione. Il recupero a fini residenziali dei borghi di montagna abbandonati dovrebbe essere agevolato da sgravi fiscali sugli investimenti abitativi e sugli investimenti finalizzati ad avviare attività agricole, zootecniche, artigianali e attività di lavoro tramite computer a distanza. Il crescente inquinamento urbano (polveri sottili e PM10) che copromette la salute pubblica nei centri abitati richiede la progressiva adozione - da completare in cinque anni – di regole ambientali nazionali che autorizzano la movimentazione delle merci e delle persone tramite mezzi pubblici solo con l’utilizzo di veicoli ad emissione zero. Progetto pilota di riqualifica strutturale ed energetica dei centri storici: 1- Riqualificare i centri storici dei comuni sotto i 2500 abitanti, da parte dei comuni stessi, finanziati dai risparmi ottenuti dalla riduzione della bolletta energetica nazionale. 2- Finanziare il recupero delle residenze private dei comuni sotto i 2500 abitanti, finanziate con sgravi fiscali del 50% dei costi sostenuti. Eliminare le barriere architettoniche per il libero ed autonomo movimento dei diversamente abili. Aumentare la disponibilità delle piste ciclabili allineandosi agli standard europei.